giovedì, dicembre 13, 2018

Coazione a ripetere

Szczesny, Digne, Rudiger, Manolas, Florenzi, De Rossi, Strootman, Naingolaan, Pjianic, Dzeko, Salah, Totti.

.......................................


.......................................


Il primo che mi dice "che cazzo di squadra di campioni che c'avevamo", lo attacco a un muro con i chiodi.


Quella sopra è la Roma dell'esonero di Garcìa, più o meno di questo periodo, più o meno tre anni fa, giorni in cui passavamo agli ottavi col Bate tra i fischi di tifosi delusi dalla prestazione e ci avvicinavamo verso lo Spezia e il definitivo tracollo.


E siccome Facebook ha questa brutta abitudine di ripropormi ciò che scrivevo, e di Roma scrivo abbastanza, vi scrivo alcuni dei vostri commenti ai miei post di allora (ometterò gli autori per salvaguardare la loro privacy):


"Rudiger è una pippa"
"C'è un motivo per cui Naingolaan non gioca in Nazionale"
"Dzeko è un altro Doumbia"
"Sabatini prende le stecche...incompetente...ladro....a casa"
"Pjanic non vale niente, sa solo tirare le punizioni"
"Salah a che serve?"
"Garcia non ha uno schema, lo hanno capito tutti"


Ora, fermo restando che mi pare chiaro che la crisi si sia ufficialmente aperta a Cagliari e che ci stiamo insesorabilmente avvicinando alla fine di quest'ennesima avventura a tragico finale, non posso non riscontrare quantomeno delle somiglianze (per non chiamarlo un vero e proprio deja vu) tra i commenti di allora e i commenti di oggi. 


Non cambio idea rispetto a quanto scrissi nel gennaio 2016 in un post che si chiamava "il giorno della marmotta".

Prescindendo che la partita di ieri aveva come unico obiettivo quello di tornare senza infortuni e non aveva alcuna valenza e avrei trovato anche stupido andare a fare la partita della vita contro una squadra che voleva continuare il proprio cammino in Europa (che è stata l'esatta partita di merda che ha fatto il Real con il CSKA), quello che è chiaro è che non si tratta di schemi ma di improvvisa amnesia dei fondamentali del pallone, dallo stop, al rinvio e al possesso palla.


E per carità, possiamo cambiare allenatore, c'è Serse Cosmi che ha subito rilasciato un'intervista in cui dice che allenare la Roma è il suo sogno da bambino, non vorrei mai che ce lo lasciassimo scappare.


Ma ecco, io sinceramente se gente come Manolas, Fazio, Nzonzi e compagnia, ricomincia a giocare a pallone con Serse Cosmi, Donadoni, Montella o Sousa, più che sentirmi sollevata mi sentirei un po' presa per il culo, se ve la devo dire tutta.


Detto questo, e riservandomi di raccontarvi più avanti la mia teoria sulla nostra incapacità di realizzazione, quello che vedrei come completo ribaltamento di uno schema già visto e rivisto non sarebbe quello di cambiare allenatore ma di chiuderli con questo allenatore a Trigoria fino a Giugno, ma chiusi proprio, con sedute di doppio allenamento e al massimo un'ora d'aria (di giorno) per incontrare i familiari. Poi a Giugno prendiamo chi vi pare.


Se no rimarremo nei secoli dei secoli ostaggi di giovani milionari viziati che vogliono fare la bella vita a Roma.


Se no si chiama coazione a ripetere, e di solito è propria dei matti.

"Se no, davvero, sarà sempre il maledettissimo giorno della marmotta. Ci sveglieremo sempre come Bill Murray con "I got you Babe" in sottofondo. E continueremo a tentare il suicidio nei modi più strani risvegliandoci e rivivendo sempre il 2 Febbraio."


Nessun commento: