lunedì, maggio 13, 2013

Quel che resta del giorno

Io ve l'avevo detto dopo Catania-Roma (vedi Il teorema del limite centrale).
Non dite che non vi avevo avvertito.
Era Gennaio.
Avevo fatto outing, mi ero assunta le mie responsabilità e vi avevo preannunciato che, o cambiava qualcosa o non si andava oltre il sesto posto.
La società non mi ha dato ascolto.
Manco un annuncio piccolo piccolo tra primo e secondo tempo.
Facciamo uno sforzo con la nuova campagna abbonamenti? 
Vi ricordo anche che c'abbiamo un appuntamentino a breve, così per dire.
Si fa sempre per puro spirito d'amore per la maglia, eh?

Finita st'autocelebrazione per le mie doti di Cassandra giallorossa, ieri s'è chiuso il campionato. 
E sì, manca una partita, che l'anno scorso per garantirci il settimo posto abbiamo dovuto sudare a Cesena, ma ieri abbiamo chiuso il sipario su quella che è senza dubbio un'altra stagione fallimentare. 
A me è sembrata la fotocopia dell'anno scorso, quella in cui il Campionato ti aspetta e tu tutte le volti sbagli il luogo o l'ora dell'appuntamento.
Forse pure peggio visto che devi in qualche modo (con un senso di disgusto e una forte acidità di stomaco) ipotizzare - non dico sperare - che la Lazio superi l'Udinese.

Anche perchè, se è vero che ieri ci siamo presentati con una formazione fantasiosa a piacere, rispolverando Dodò esterno avanzato come con Palermo e Chievo (il che dovrebbe sollevare una domanda assolutamente retorica), è pur altrettanto vero che ci incontravamo con i terzi in classifica. Non so se mi spiego...sono terzi. 
A riprova che questo campionato era proprio alla nostra portata. 
Se solo non avessimo buttato i soliti 12 punti sparsi a piacere.

Una partita che è la sinossi di queste stagioni: la partita che giochi per non perdere invece che per vincere. 
Che giochi per un'ora in 11 contro 10 senza mai sfruttare la superiorità, dove non verticalizzi mai per paura di regalare qualche pallone a centrocampo e appena puoi torni indietro.
Che ancora dopo 20 anni non hai capito che il Capitano i numeri ce li ha praticamente tutti ma i calci d'angolo si mettono tra praticamente e tutti.
In cui l'unico sprazzo di veleno comunque ce lo mette sempre lui. 
Lascia stare che in questo caso si concretizzi sullo zigomo del fu Rugantino invece che in porta. 
Dettagli.

Così come è un dettaglio che Balotelli ci stava antipatico pure se era bianco: non è razzismo, è proprio che ci dà fastidio fisico.

Comunque, uno zero a zero che più zero a zero non si può.
Zero di tutto.

Quindi? 

Quindi travasiamo quel po' di bile che ancora non avevamo utilizzato, ci prepariamo a salutare i salutabili e ad insultare gli insultabili, aspettiamo di sapere quale sarà il nuovo progetto con la tessera del prossimo anno già rinnovata, perchè in Amore di cose stupide se ne fanno tante. 
Perchè sta ruota dovrà girare prima o poi, allora meglio esserci che non esserci. 
Perchè alla fine anche quando non ci sei, ci sei comunque, è inutile che ci prendiamo in giro.
Perchè se e quando sarà, ci racconteremo con quello del seggiolino davanti..."E te lo ricordi Tachtsicoso?". Comunque fa curriculum.

Ed ora quel che resta del giorno è solo l'attesa del giorno.
Che non la sento per niente.
No. No.







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