giovedì, aprile 18, 2013

Il giorno dei giorni

(foto afp)


Ci sono partite che sono come primi appuntamenti.
Quei primi appuntamenti su cui punti tutto dopo 2 anni di esperienze fallimentari.
Quelli carichi di attese e aspettative.
Talmente carichi che cinicamente pensi che non abbiano nulla da riservarti, se non la solita solfa.
E può capitare che passi i primi 45 minuti seduta chiedendoti come diavolo hai fatto a trovarti lì e in quel momento.
La conversazione langue, i silenzi sono opprimenti, l'interazione non decolla.
Basta un episodio per farti pensare che è tutto finito prima di iniziare.
E ti innervosisci, non vedi l'ora che finisca e che ti portino il conto.

Poi ad un certo punto vedi che le cose cominciano a girare.
Che non è proprio tempo sprecato.
Che forse hai scelto la serata giusta.
Le parole fluiscono, i pensieri collimano, le frasi si finiscono a vicenda. 
L'eccitazione sale, l'attrazione la senti.
E il tempo che ti separa dal primo bacio ti sembra eterno.
E la paura che non accada ti toglie il fiato.
E poi arriva, improvviso, inaspettato, semplicemente meraviglioso e infinitamente liberatorio.
Al minuto 55, secondo più, secondo meno.
E vuoi subito il secondo e poi il terzo.
Quei baci che non ti bastano mai.
Ma tocca darsi la buonanotte per stasera.
Al minuto 90.
Recupero più, recupero meno.

E tocca anche darsi appuntamento tra 38 giorni. 
Lunghissimi 38 giorni.
E' finito il tempo dei baci.
Con una notevole ansia da prestazione.

Sarà finale.
Sarà Derby.
Sarà attacco di angina pectoris.
Sarà il giorno dei giorni.
Abbiate cura di voi.

1 commento:

CarloMusacchio ha detto...

...basta che poi, dopo 38 giorni di attesa dal primo appuntamento, tutta quella eccitazione ed aspettativa non si trasformi in un eiaculazione precoce..

Perche', cara Roma, ti devi sbattere 90 minuti piu' eventuali supplementari.