lunedì, marzo 18, 2013

L'acchiappo

Chi ha avuto la pazienza di leggere i post passati avrà capito una cosa. 
Che io le partite non me le sento mai.
C'ho sempre quell'ansia latente che mi rende poco tranquilla.

Ma questa è diversa.

Sarà che era 17 il giorno dello scudetto.

Sarà che c'era il Parma quel 17.

Sarà che è San Patrizio e a me a San Patrizio sono sempre successe cose belle. Ma belle belle.

Per cui sono fiduciosa, lo dico subito a Stefano appena ci vediamo alla Palla. Non può andare male, non si può interrompere una tradizione che dura da più di 10 anni.

E pensa un po', tanto per darmi ulteriore fiducia, l'ex di turno nella saga "guardate com'eri, guardate come sei diventato" è Antonio Carlos Zago che fu oggetto di conversazione proprio in una notte di San Patrizio di qualche anno (decennio) fa.

E allora daje, che si comincia.

Con le formazioni.
Momento in cui Stefano fa la più pericolosa delle domande: "chi è Ampuero?" e io comincio a temere che in qualche modo ci daremo una risposta presto. San Patrizio, aiutaci tu.

Formazione fantasiosa per noi, Osvaldo non deve aver usufruito dell'indulgenza plenaria e ancora ha da scontare qualche peccato. 
In campo la vecchia guardia spallettiana con Perrotta incursore e Totti a dirigere.

Ma, tutto sommato, sebbene l'impressione sia che il Capitano dovrebbe poter essere in due posti contemporaneamente, ossia a crossare e a ricevere palla, dopo 7 minuti e due cross sprecati, la palla entra in rete. Proprio sotto di noi. Che sappiamo che l'ha insaccata Lamela sebbene lo speaker ci faccia urlare Florenzi. Vatti a fidare. Ma ci fidiamo. Anche se mezz'ora dopo ci dà ragione e ci tocca ri-esultare per il Coco in differita.

E poi ad un certo punto, assistiamo a uno di quei momenti che raramente un tifoso può dire di aver visto. L'azione perfetta. 

Dicono sempre che il delitto perfetto non esiste. Che c'è sempre l'errore che ti condanna. E probabilmente non esiste nemmeno l'azione perfetta sebbene io l'abbia vista per quasi 15 secondi. Giuro.
Colpo di tacco di Totti a liberare Marquinho che si invola in area e serve Perrotta che solo davanti al portiere deve solo insaccarla. Già scaldiamo la corda vocale e prepariamo le ginocchia al salto, abbiamo anche il tempo di pensare a chi e a che sms mandare dopo aver esultato. 
L'azione perfetta. 
Ma pronto, ecco l'errore che ti condanna. 
Traversa. Piena. 
Infarto. Pieno. 
Calendario. Tutto.

Il resto del primo tempo si può riassumere in:
a) "ma che colpo di tacco ha fatto il capitano?" - roba da Fifa, Pro Evolution Soccer, roba da fantascienza, una di quelle cose da raccontare ai nipoti;
b) "Possibile che tutte le palle buone arrivino sui piedi di Perrotta?" che pare essere l'attaccante aggiunto, molto aggiunto e poco attaccante.

Comunque fine primo tempo in vantaggio più che meritato ma, si sa, noi con l'uno a zero stiamo sempre poco tranquilli. Vogliamo i 3 punti e possibilmente un altro gol in tempi brevi.

Tralascio i commenti su una tizia che avrei preso volentieri a capocciate se non fosse stata 20 centimentri +15 di tacco più alta di me che in modalità "a me della partita non me ne frega niente, sto qui ad accompagnare quel rompipalle del mio fidanzato" mi ha fatto perdere 10 minuti in fila al bar e perdere una traversa del Capitano. Potrei uccidere anche per un semplice tiro del Capitano, figuriamoci per una traversa e palo interno all'incrocio. 
Per fortuna il mio fido compagno di stadio mi invita alla calma e la rissa è solo sfiorata.

Al 12mo Ampuero esce, senza aver fatto danni. Respiro di sollievo.

Sembriamo aver in mano la partita. 
Anche se la traversa del Parma sotto la Sud la sentiamo bella forte. Sia a livello uditivo che di coronarie ormai provate.

Ma la palla gira e sto ragazzetto col 10 pare essere bravino. 
Diamogli tempo e vedrete che campione. Da come corre avrà 20/22 anni, ci sono ampi spazi di miglioramento.

Tanto che Valdes non ha altre alternative che stenderlo al limite su un'azione che sarebbe stata gol certo. Che se ci fosse stato Florenzi, Perrotta, Osvaldo ci posso anche stare che tu dia il giallo, mio caro arbitro, non avrebbero segnato mai. Ma su Totti è rosso, c'è scritto sul regolamento.

E tanto per chiarire come stanno le cose, Totti sistema la palla, prende la rincorsa, tira e segna. Roba che Valdes si sarebbe dovuto autoespellere subito dopo, inchinandosi.

226. Tanti tanti tanti. 

E mentre i minuti scorrono e si rivede anche Taddei, che va a completare la foto d'epoca dei tempi di Luciano, arriva la notizia che non ti aspetti, che ormai abituati a giocare in serale non siamo avvezzi a pensare che ci sia un'altra partita in contemporanea.
Il Torino ha segnato contro la Lazio.
E per la prima volta dopo mesi aspettiamo con un "ooooooooooooooooohhhhhhhh" l'annuncio sul tabellone luminoso. 
Fico, me l'ero dimenticato.
"Mio figlio lo chiamo Jonathan" urla in preda al delirio qualcuno alle mie spalle.
La serata si fa interessante, non c'è che dire.
San Patrizio non si smentisce mai.

Ed arriva il triplice fischio. Due a zero e tutti a casa. 
Sotto ettolitri di pioggia ma a pensarci bene, se pioveva e perdevi era peggio, no?

E mentre scendiamo i gradini, il tizio dietro di me chiama a casa e chiede: "E' finita?"

Attimi di silenzio, chiude il cellulare e dall'alto dei gradini si ferma e annuncia al popolo:

"E' finita, stamo a pari punti co' le merde!"

(Mi rendo conto che non sia politically correct ma è puro dovere di cronaca. Forse.)

Perchè quando più o meno la stagione non sai dove voglia andare, da che mondo è mondo e da che il tifoso romanista è tifoso romanista, l'obiettivo è uno solo. Acchiapparli o non farsi acchiappare.

E allora, acchiappo è stato. Ora tocca correre più forte. 







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