E quindi c’è il Siena. Che per me è sempre un gran problema
visto che a Siena c’è un gran pezzo del mio cuore. Ma non c’è spazio per i sentimenti, a chi tocca nun se
'ngrugna.
Che poi dicono Siena, c’è la Lupa nello stemma,
bisognerebbe portar rispetto.
Ma se hai diverse presenze all’attivo al Palio nella contrada dell’Istrice, sai
bene che quando si parla di Siena e di Lupa non esiste rispetto e che quella
capitolina è tutt’altra cosa. Aggiungici poi i colori che hanno scelto, non può
esserci davvero nessuna pietà. Per cui si azzanni la Lupa senese senza remore e
scrupoli derivanti da inesistenti parentele.
Anche perché c’è un bel concentrato
di romani e romanisti che ci aspetta al varco, di quelli di cui parlavo qualche
post fa. Si comincia da Cosmi passando per Mezzaroma. E poi c'è l'ex D’Agostino che è in panca ma
già ha la bava alla bocca…
Ma noi non ci facciamo
intimorire. Noi siamo Roma, noi siamo la Roma. Abbiamo governato il mondo per quasi
un millennio, ora qualche cosa l’avremo anche imparata, fosse solo per osmosi.
Siamo gladiatori, legionari, consoli e generali. Abbiamo Zeman. Siamo pronti
all’attacco.
Fino al fischio di inizio, dove appare
chiaro sin da subito che qualcosa non va.
Perché giocare all’attacco senza
attaccanti comincia ad essere un filino complicato. Più che un “cuneum” sembra
una “testudo”, tanto per continuare il paragone con le legioni, ma forse
vogliamo sfruttare l’effetto sorpresa.
Ma avanza che torni indietro e
torna indietro che non avanzi, la sorpresa ce la fa il Siena che, su un
innocente tiro dalla bandierina, trova la testa di un portoghese al suo primo
gol in serie A (e se valgono le stesse regole del 730, recuperando il 19% per ogni gol donato magari
ce ne restituiscono 4-5 interi a fine campionato). Segna Neto, e un po’ si
impreca. Poi ti ricordi che ce l’hai al fantacalcio e dici va be’, almeno
questo. Poi ti rendi conto di non averlo schierato, dannata me e le formazioni
da tifosa, e imprechi, stavolta definitivamente.
Comunque su dai, sono passati
solo 25 minuti, almeno questo giro non ci facciamo rimontare che di per sé è
già una novità.
Ma, ormai sembra ripetitivo, di
gioco se ne vede proprio poco. Tutti fermi, nessuno si smarca, si tira per tirare
e si passa per passare.
Che poi se guardi la formazione qualche indizio già c’era.
E’ una squadra un po’ senza senso e risulta chiaro sin da subito che con questo
centrocampo non vai lontano. Bradley e Tachtsicoso non possono giocare insieme perché
due mezzi centrocampisti non ne fanno uno, neanche con le somme vettoriali.
Il
povero Florenzi corre, scalpita, ci prova ma non è una competizione di velocità
sui 100 metri purtroppo, altrimenti avrebbe già vinto.
Fasce decisamente
bloccate, Balzaretti e Piris fanno a gara a chi ha l’elastico più corto.
Il
capitano, di solito molto lucido, manca di concretezza, anche un po’ indispettito, a ragione,
da questo fatto che deve sempre fare tutto da solo. Compresa una punizione stellare
dove il buon Pegolo (che non prende gol, pare, da mesi) si improvvisa Spiderman e
si aggiunge alla lista di portieri anonimi che per un giorno diventano
fenomeni, casualmente sempre contro di noi.
Ma stai attento Pegolo, noi abbiamo
la carta giusta e lo sappiamo tutti, da che mondo è mondo non è mai esistito
che non segni l’ex, e sto giro l’ex ce l’abbiamo noi dalla parte giusta. E
forse lo sa anche lui, lo carichiamo troppo di responsabilità, sente la
pressione dei nostri pensieri, delle nostre speranze, fatto sta che la porta
non la prende mai.
Si va all’intervallo con un po’
di amarezza. Di sicuro non siamo a Zemanlandia, siamo più a Mazzonelandia,
Boskovlandia, Bianchilandia (Ottaviana e Carlosiana).
Ma abbiamo tutto un secondo tempo
e abbiamo l’ex. Daje.
Ma anche il secondo avvio ci
trova un po’ impacciati in mezzo al campo. Si stenta e lo vediamo tutti ed ora
cominciamo ad avere un po’ paura di prendere anche il secondo.
15 minuti pressoché anonimi, da
una parte e dall’altra, che ci danno il tempo di premere info e scoprire che il
commento tecnico è di Di Livio (“te lo ricordi, Di Livio?”, “Soldatino?”, “Ma
prima della Juve giocava nella Fiorentina?”, “No, mi pare dopo”) mentre il povero
Tachtsicoso prova a stupirci ma la palla, che tira verso l’infinito e oltre,
arriva praticamente al piazzale delle Poste.
Ma ad un certo punto Florenzi,
che si è stufato di correre avanti e indietro, mette al centro un pallone che
chiede solo di essere insaccato… e Destro e la statistica sono pronti all’appuntamento.
Gol dell’ex e 1 a 1.
E finalmente la Roma si sveglia
da un lungo torpore. Si comincia a vedere qualche schema, qualche passaggio
azzeccato, un po’ di voglia di provarci anche se ormai, schiavi del risultato,
cominciamo a pensare che un punticino in trasferta non si butta.
Anche perché, il solito brivido
corre al 31mo quando uno scalpitante D’Agostino fa il suo ingresso in campo: adesso
l’ex ce l’hanno pure loro e possiamo smettere di fare tanto i fichi. Anche perché,
visto che si fa ammonire dopo 15 secondi, è uguale uguale al nostro in termini
di idiozie da fresco sostituto. Almeno se segna e si leva la maglietta poi
giocano in 10, qualcuno pensa.
E poi, la mossa che non ti
aspetti. Simone Perrotta.
Tutti a dire “ma
che davvero?”: io penso che al posto di Tachtsicoso, Perrotta è anche troppo di
lusso.
E
siccome Perrotta a Capodanno
dorme, ci mette un attimo per dimenticare che noi di lui ci siamo
dimenticati, e con un preciso destro rasoterra in diagonale infila
l'angolo
alla destra di Pegolo che, da che non
prendeva gol da 360 minuti e spicci, ne prende due in meno di 20.
Ma partita è finita quando
arbitro fischia, diceva Boskov il cui spirito tanto aleggia su questa partita e noi lo
sappiamo fin troppo bene.
E
respiriamo solo quando Pjanic,
nell’unica palla decente toccata in tutti i 90+2 minuti, rimette di
prima sul
secondo palo e Destro, di sinistro, non se lo fa dire due volte e fa
marameo a
Pegolo che ormai tanto l’imbattibilità è persa e non c’è due senza tre,
si fa per confermare la saggezza popolare, non per cattiveria.
E per un attimo mi dimentico anche di averlo contro al
fantacalcio.
Abbiamo vinto, questo giro non ci
speravo proprio. Inizio a pensare che le partite alle 15 e alle 12.30 portino
bene. Magari è una questione di bioritmi. Ma, indipendentemente dalla
scaramanzia, negli ultimi 30 minuti alla fine ce lo siamo meritato.
Mettiamola così: ormai lo sanno
tutti, non ci sono più le mezze stagioni.
Magari anche gli inverni zemaniani
sono arrivati con mesi di anticipo che dal 1997 di cambiamenti climatici ce ne
son stati tanti.
Allora iniziamo pure a tirarci su
le maniche ma, tanto per continuar di luoghi comuni, una rondine non fa primavera e tre punti non
fanno una squadra anche se fanno classifica.
Che sabato sera arriva Montella e non
sarà una passeggiata.
1 commento:
Per 60 minuti partita di m... poi mezzora buona. Io ancora non sono schiavo del risultato, spero sempre di vedere bel calcio, che contro squadre un po' più forti di Torino, Pescara e Siena giocando in quel modo non si va lontani.
Comunque bel post, divertente :)
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