domenica, dicembre 09, 2012

Back to the future

Solo l'Amore, quello con la A maiuscola, mi può far salire in vespa questa sera.

E non lo farei per nessun'altra ragione.
Fanno solo 2 gradi in fondo, serve qualcosa che scaldi il cuore.
E un paio di borghetti che scaldino il corpo, ça va sans dire.

Stasera c'è la Fiorentina.

E arriva Montella. Questo non può lasciarmi del tutto indifferente.
Tutte le volte che penso a Montella, penso a quel 2001, uno degli anni migliori della mia vita se proprio dovessi fare una classifica.
E di tutta quella stagione, se penso a Montella, un ricordo in particolare mi torna alla mente: il 27 Maggio 2001. Roma-Milan. Era il giorno in cui si votava al ballottaggio tra Tajani e Veltroni e io rinunciai a 400.000 lire per il lavoro di scrutatrice per essere la sera allo stadio. Non c'era altro posto dove essere. Ieri come oggi.
E ricordo ancora quel gol di Coco (Coco, tanto per dire la gente che ci ha segnato contro) che ci gelò sul seggiolino.
E poi, ad un certo punto entrò lui....l'aeroplanino...non posso dimenticare quando lo vidi avvicinarsi all'area, mettersi la palla sul sinistro e tirare un pallonetto che con lentezza e precisione si insaccò nel sette. Ero seduta esattamente dove sono seduta ora, e ricordo quella palla che mosse la rete, che ci fece rotolare, esultare, urlare come mai prima. Soprattutto quando, poco dopo, arrivò la notizia del pareggio tra Lazio e Inter. A tutto questo penso mentre mi sto sbrinando in attesa del fischio di inizio, mentre riprendo man mano colore. Strano quanto possano essere talvolta vividi i ricordi dopo più di 10 anni.
E anche l'Olimpico non ha dimenticato, perchè mentre leggono la formazione avversaria, al nome dell'allenatore, scatta l'applauso, forse un po' tutti qui si ricordano quello stesso giorno, quelle lacrime di gioia, quel tuffo al cuore. Perchè il tifoso romanista, se sei stato onesto e leale, ti porta nel cuore per sempre. Se ci hai tradito, invece, l'odio ti travolgerà senza tregua. 

Con tutto l'affetto, però, al fischio di inizio si torna nemici sul campo, ma lo sai che ti vogliamo bene. Se magari non vinci, un po' di più.

Si comincia, tutti avanti. Tachsicoso in mezzo al campo è già inutile dopo pochi minuti.
E tanto per far vedere che ci siamo, e per far scaldare le corde vocali visto che per il resto si può far poco, si rispolvera subito un grande classico sulle toscane e sui loro figli, molto vintage ma sempre attuale. E Olivera ci dà subito ragione, con un fallo da killer sul capitano, il primo di tanti su cui molte (troppe) volte l'arbitro sorvolerà (ed essendo di Livorno, sulla quale il ragazzo della fila sotto augura uno tzunami immediato, il coro calza a pennello anche per lui).

Dopo poco più di 5 minuti, "c'è solo un capitano" crossa morbido sulla testa di qualcuno. Viviano va a farfalle e tanto strano è il gol che per urlare ci servono almeno 30 secondi in cui guardiamo guardalinee, giudice di porta e anche i raccattapalle per capire se è vero. E' vero. Tachsidis, annuncia lo speaker. Tachsidis? è l'immediata risposta di stupore di tutti. Stupore pari solo a quando nel '91 ci dissero che aveva segnato Comi contro l'Anderlecht. Oggi come allora scopriremo solo alla fine del primo tempo che il gol era di Castan, così come all'epoca era di Ciccio Desideri. Ma vivremo in una sorta di dimensione magica in cui, se segna anche Tachsidis, tutto stasera è possibile.

Oh, vinciamo.

Quante cose possono succedere in 7 minuti.

Infatti ne passano 7 e segna la Fiorentina grazie a un nostro raffinato meccanismo di fuorigioco mancato. 
Segna Roncaglia. Uno che pensi che sia al suo primo gol in serie A e invece no, è al secondo.
Il panico ci assale immediatamente. Anche se, stasera, qualcosa ci dice che tutto andrà bene. Forse non possiamo pensare che, dopo aver preso tutto questo freddo, si torni a casa sconfitti. Ma forse anche perchè il gioco che vediamo è gioco. Verticalizzazioni, pressing alto, difesa reattiva e proattiva, Piris di gran lunga in posizione, Balzaretti un po' meno.
E così passano altri cinque minuti e il capitano serve Destro che, per la prima delle ennemila volte in questa serata, non riesce ad identificare se la porta è alla sua destra, alla sua sinistra, alle sue spalle, ma fa l'intelligente scelta di ridarla al capitano che scherza Aquilani e insacca. Con una tranquillità, una serenità e una precisione che c'è da chiedersi se sia davvero così facile.

220, Capitano. So' tanti.

Pochi minuti dopo scatta la rissa, grazie al vergognoso Olivera che stende Pjanic. La Fiorentina continua ad essere un grande classico. Dei cori, del veleno, delle decisioni sbagliate tanto che esce fuori anche un cartellino per Tachsicoso che, per carità, se lo meriterebbe solo per come gioca ma, visto che il primo tempo non è ancora finito, per noi è ancora il marcatore e merita il nostro rispetto.

Il resto della prima frazione è bel gioco, è corsa, è pieno di gol nostri sbagliati: tra Destro e Bradley pare abbiano scommesso su chi ne sbaglia di più, la lotta è dura e la palla sempre alta o sul portiere.

Ma il resto della prima frazione è anche sempre e solo lui, Francesco Totti. Oggi come ieri e come l'altro ieri e il giorno prima ancora. Tiro dalla distanza, GOL. 221, Capitano, sono veramente tanti.
Eurogol per noi sugli spalti. Un grande contributo di Viviano quando lo rivedremo a casa. Ma è un gol di Totti e per noi questo vale più di tutto.

Fine primo tempo, un the caldo negli spogliatoii per loro, un altro borghetti per noi, anche se un bombardino farebbe sicuramente più effetto.
Ed è un intervallo diverso, questo giro siamo soddisfatti, un po' più sereni.

Per una volta tanto comincia il secondo tempo e possiamo respirare.
Un respiro, due respiri, quattro respiri, un minuto di respiri e poi, se possibile, ci congeliamo ancora di più.
Segna la Fiorentina. O meglio, Balzaretti ancora non ha trovato la posizione di cui sopra, e permette al El Hamdaoui di metterla comoda comoda in porta.
"El chi? Ma da dove viene?" Ci chiediamo. "Egiziano" qualcuno azzarda. Ma noi, dopo Mido, sappiamo che, se ha segnato, non può essere egiziano. Eccolo là, un altro al suo primo gol in serie A. E invece no, qui siamo al terzo. Comunque c'è da render merito a questa Fiorentina, segna un sacco di gente indistintamente a tutti, non se li tiene da parte per venirci ad affrontare.

Quindi, nel perfetto ruolo di tifosi romanisti, ci tocca soffrire. Come al solito. Ma ci siamo abitutati e devo dire che lo facciamo con stile.
La Fiorentina è una squadra, su questo non c'è dubbio. Pressing continuo sui nostri portatori di palla, ripartenze veloci, pochi tocchi e sono in area.

Bravo Montellino, bel lavoro ma oggi, sorry, siamo più squadra noi.

Se avessimo anche un attaccante perdereste almeno 5 a 2 ma abbiamo Destro che sbaglia 4 palle gol in 4 minuti. Basta guardarlo per capire che quello che il capitano fa sembrare facile in realtà non lo è per niente e non è per tutti.

E meno male che il mister decide, bontà sua, che è vero che il freddo lo dobbiamo sopportare per forza ma Tachsicoso no, si può porre fine alla nostra sofferenza. Ed entra De Rossi. Tutto l'Olimpico è in festa. Io no. De Rossi si meriterà la mia stima quando la guadagnerà sul campo. Non per rendita.
E infatti comincia subito a fare la prima donna isterica, sbagliando passaggi e tirando palloni a caso, un po' come se ce lo volesse fare per dispetto. E in neanche 4 minuti è riuscito a far irritare tutti, non solo me.

Ma oggi la Roma può giocare anche in 10, anche senza di te Danielino, e lo potrà fare in futuro se ci fai il piacere di dirci cosa farai da grande. Oggi gira tutto, gli schemi, le ripartenze, i passaggi in orizzontale e in verticale. Tutto, tranne quell'ultimo pezzo di prato verde che ci separa dalla linea di porta. Quello oggi sembra maledetto. Bradley vuole riprendere la sfida con Destro e spreca un'altra occasione. Noi abbiamo finito i modi di disperarci.

Poi segna Marquinhos, noi urliamo e pensiamo: "Daje rega', che è finita", almeno in quei 10 secondi necessari per annullare quel gol che da casa mi dicono essere regolarissimo. Copione noto, oggi ci tocca anche questo.

Mancano ancora 30 minuti e noi dobbiamo continuare a soffrire.

Ma anche qui il boemo ha pietà di noi e, visto che De Rossi non ce lo può toglier da davanti, leva Destro e il suo sinistro impreciso. 
Entra Pablo Daniel, che stasera fa molto Gabriel Omar, sarà questo stretto filo tra passato e presente.
E mentre Bradley, ormai solo nella sfida dei gol sbagliati, non trova il colpo di testa che chiuderebbe la partita, noi capiamo il concetto della relatività del tempo, con quel cronometro che dall'80mo in poi sembra non andare avanti mai. Non possiamo perdere, ci diciamo, ma nemmeno pareggiare una partita che è uno spot per il gioco del calcio.
Ma De Rossi ci tiene a farci rimpiangere che a Londra ci sia stato solo in vacanza, e riesce a perdere un pallone a centrocampo che lancia la Fiorentina sola verso l'area. 
La porta rimane inviolata, anche quando, sul successivo calcio d'angolo, Bradley salva sulla linea. Tachicardia a mille, i viola invocano il gol ma a noi sembra fuori (sì, siamo di parte ma mica ciechi).
E su, cronometro, vai avanti, possibile che 10 minuti durino così tanto?
Tanto quanto serve al Capitano per fare un tunnel da playstation e lanciare su Osvaldo a cui non pare vero di ricordarci che lui il gol ce l'ha nel DNA. Zampata e gol. Noi saltiamo in piedi, urliamo e pensiamo che stavoltà è davvero finita.
E non abbiamo paura dei 3 minuti di recupero, in cui abbiamo giusto il tempo di augurare ai tifosi viola di trovare la neve a Orte, questo giro sappiamo che questa partita ce la siamo meritata, potevamo vincere 7 a 2 e non avremmo rubato nulla. Una squadra compatta, veloce, quadrata, compiuta. 

E il triplice fischio arriva. 
Su questa serata fredda, polare, di quelle che, se avessi razionalizzato, saresti stato a casa e invece potrai dire "io c'ero".

Di quelle serate che ti fanno fare pace con tutto e tutti.

E sarà stato Montella e il ricordo di quel pallonetto.

E sarà stato Totti che sembra quello di un decennio fa.

E sarà stato Osvaldo e quella zampata da Re Leone.

E sarà stato che abbiamo visto il calcio zemaniano e che sembra di essere tornati indietro di 15 anni.

Qualunque cosa sia stata, bentornati nel futuro, signori miei.

1 commento:

CarloMusacchio ha detto...

.....E sarà stato anche merito dei Borghetti? :-)