E va be’, pure sto Monday night ce lo siamo levato dal calendario.
Per non saper né leggere né scrivere, si ribaltano tutti gli
schemi scaramantici, si cambia percorso, mezzo, ci si incontra dentro, a orari diversi.
Ci si scola anche una birra a stomaco vuoto così, assieme ai draghi, si
rischia di vedere anche un minimo di gioco.
E, anche annebbiata dal luppolo, difficile dare una
valutazione, partita senza infamia e senza lode, di quelle che sin dal
principio ti sembra non abbiano niente da offrire.
Non c’era patema d’animo quando noi avanzavamo ma la rassegnata consapevolezza che qualcuno dei nostri avrebbe tirato:
- Sopra la traversa
- Sui tabelloni della pubblicità
- Addosso al portiere
Quando avanzavano loro, stranamente, non si sussultava sul
seggiolino, anzi si discuteva con il vicino su
- come si chiamava il 25 del Torino che proprio non ci veniva in mente
- chi era in procinto di risorgere tra Bianchi e Meggiorini
- come Piris avesse potuto vincere una Libertadores visto che non potrebbe fare neanche il terzino bloccato al Subbuteo
E succede così che passano 70 minuti e alla fine uno 0-0 ci sembra un risultato
onorevole, alla fine non ti sei fatto
segnare ma soprattutto non ti sei fatto rimontare, probabile che stasera si
vada a dormire senza troppi rodimenti.
E invece, mentre stai tranquillamente navigando verso l’accettabile,
ecco che vedi una mischia che ti risveglia dal torpore e, appurato che a rugby
hanno già giocato…fosse che….toh! Rigore. “Generoso” mi scrivono da casa. “Chissene”
penso ma soprattutto…mica tirerà Osvaldo? Perché, conoscendo i polli, peggio di
un rigore regalato e sbagliato c’è solo un rigore regalato e sbagliato dall’attaccante
che hai schierato al fantacalcio. Come da tradizione consolidata negli ultimi
24 anni, metto la testa tra le gambe e aspetto di sentire se dai vicini parte
un urlo di gioia o una sequela di insulti. E grido di gioia è stato.
Indi per
cui, se ora si vince, ora comincia l’ansia.
Del pareggio, della rimonta, della
sconfitta. Che triste destino.
Ma pare che oggi la ruota giri e va a finire che sul tiro
della disperazione il povero Gazzi decida di metterci del suo e di mandare la
palla dritta dritta nella sua porta.
Un atto di generosità senza dubbio, un’opera
di bene di cui saremo eternamente grati. Gratitudine solo al triplice fischio perché in 4 minuti
di recupero può succedere di tutto, ci diciamo quasi a volerci precocemente
consolare.
E invece, triplice fischio. Pare sia finita.
Increduli, sentiamo pure “Grazie Roma”, che ultimamente è
talmente evento raro che non ti ricordi più se ci sentiamo uniti anche se non ci conosciamo o amici anche se siamo lontani o viceversa, per sicurezza me la sento e me la canto tutta.
Tecnicamente definiamola “sculata”, oggettivamente sono 3
punti in più e di questi tempi non si butta niente.
Sporchi, maledetti e
subito.
ah, il 25 del Torino si chiama Glik.
1 commento:
uno - il rigore c'era solare come il sorriso della Ferilli e pieno come il culo della medesima.
due - i commnentatori parlano di rigore generoso. certo se i commenti sono affidati a massimomauro e debiase.... che ti aspetti?
tre - a tiddi!!! mi crei un nuovo canale di comunicazione ?? oltre a feisbuk, twitte, email, googlechat, what'sapp, sms, telefono e caffe' al bar?? ma dove lo trovi il tempo???
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