mercoledì, novembre 07, 2012

Ci sono Lunedì migliori di altri (e pure i mercoledì)

"Yes, we can."
E' un dato di fatto, se la Roma vince il Lunedì è migliore.
Soprattutto se al termine di una settimana pesante, con un ponte saltato in mezzo e una sconfitta ancora da digerire su un campo da fare invidia alle competizioni olimpiche di pallanuoto.
E allora vittoria, netta e meritata questa volta, mantenuta e questa mi sembra già una buona notizia. Soprattutto se per vederla si sono presi quei due/tre ettolitri di pioggia in vespa.
Peccato solo che sia la settimana prima del derby, per cui il fomento va messo da parte, la vittoria va ridimensionata e ci si deve preparare con scaramantico silenzio e concentrazione ai 7 giorni più lunghi dell'anno, secondi solo (o forse pari) a quelli che precedono il ritorno.
Ma visto che non è detto che il prossimo Lunedì sia bello per ora mi sono goduta questo.
Sarà poi la dirigenza americana e la proprietà della squadra ma capita, senza neanche accorgersene, che anche il Mercoledì sia migliore di molti altri. Per quelle notizie arrivate da oltre oceano, dove una Nazione ha deciso da che parte stare. E devo dire che non è tanto perchè alla fin fine stiamo sempre parlando di un paese che, volente o nolente, influenza tutto il resto dell'universo globo, ma anche perchè in questo momento, nell'eterna lotta tra bene e male, ho bisogno di tifare per quelli buoni. E non posso non pensare a come, lo stesso evento, verrebbe vissuto qui da noi. Mentre vedevo platee piene in ogni ordine di fila, masse di persone che sventolavano una bandierina a stelle e strisce, il pensiero è subito volato all'Italia, dove i comizi non si fanno più per il (fondato) timore di piazze deserte e pomodori e forse perchè nessuno ha qualcosa di interessante da dire. Un paese dove la bandiera, che campeggia nei principi fondamentali della costituzione italiana (mica nelle note a fondo pagina), viene tirata fuori ogni 2 anni e solo se si superano i gironi. La triste consapevolezza è che nessuno ci dà qualcosa per cui lottare (a parte la lotta per molti nell'arrivare alla fine del mese). Al massimo ci consentono di migliorare i record personali di apnea per cercare di non sentir troppo la puzza di marcio. Non sono così dentro la politica americana per poter dire cosa ha spinto una parte della cittadinanza a preferire Obama a Romney ma ho letto un bell'editoriale in cui Bloomberg spiegava perchè, da repubblicano (o ex repubblicano), avrebbe dato il suo voto all'appena confermato presidente statunitense: per l'impegno nella politica ambientale e per i diritti delle donne e dei gay. Mica peanuts. E allora, se mi guardo intorno per decidere su questi 3 temi a chi darei il voto nella terra patria, posso dire solo che so con certezza chi è contro al cambiamento dello status quo ma non posso dire chi mi garantirebbe di prendersi la responsabilità di affrontare con la maturità di un paese civile tali tematiche in parlamento e dar loro una soluzione altrettanto civile. E che al momento ho la sensazione che mi toccherà votare il meno peggio ma non il migliore.

1 commento:

chamito ha detto...

La gente lo sa, che nessuno dei nostri politici si adopera per farci vivere dei lunedì sempre migliori di quelli prima.
Io ho sempre un po' odiato lo spirito americano di dover per forza primeggiare in tutto... Ma darei il sangue per vedere i miei concittadini cercare di primeggiare nella difesa della propria dignità, dei propri diritti e del proprio benessere. Invece vedo solo atrofia causata dall'illusione di vivere già dei lunedì migliori di altri solo perché ancora non ci fanno lavorare tutte le domeniche.