lunedì, novembre 26, 2012

23 è maggiore di 20

Ci siamo: il ritorno del mister a Pescara. 
Che ha cambiato allenatore, già brutto segno. 
Che ha preso un ex laziale. Pessimo segno. 
Se poi quel laziale è Bergodi, bisognerebbe inventare un superlativo di pessimo.

Una di quelle partite per cui i giornalisti hanno già decine di titoli pronti per l'uso: "Uno zemaniano Pescara affonda la Roma di Zeman", "Bergodi vince il suo personale derby" e chi più ne ha più ne metta.

Una di quelle partite che già sai che non hanno niente di nuovo.

Ma qualcosa di nuovo c'è.

Non ci si crede.
Giochiamo con il sole. 
E non solo alle 15, che già è un evento, proprio con il sole: nè fulmini, nè saette, nè pozzanghere malandrine, nemmeno una nuvoletta di Fantozzi.

E quindi tutti a pensare: altro che tristi presagi! 
Bergodi pare mio nonno e daje che con questo sole e il campo asciutto oggi vediamo Zemanlandia. 
Tutti sul divano a vedere quegli 8 sulla linea di centrocampo attendere un fischio al grido di "oggi non si fanno prigionieri".

Che poi a dire il vero, questo fischio iniziale l'ho visto proprio al volo, risvegliata da un sonno profondo sul divano dei miei, perchè, se la vogliamo dir tutta, la partita alle 15 vuol dire anche pranzo domenicale a casa. 

Tu pensa, proprio oggi che stiamo per scatenare l'inferno, l'inizio mi trova ancora con il segno del cuscino sulla guancia e lo sguardo desideroso del caffè bollente che mamma premurosamente ha già messo sul fuoco.

Daje si comincia, non fatevi ingannare dall'occhio ancora mezzo chiuso, ci sono e conto su di voi per risvegliarmi dal torpore.

Daje, daje, daje.

Neanche il tempo di cominciare, neanche il tempo di bere il caffè che già dopo 5 minuti il capitano tira una mina dritta sul portiere che respinge corto e Destro segna.
E soprattutto Destro segna e non si leva la maglietta: si vede che l'esperienza, di cui non riesce a far tesoro quando entra dal barbiere e chiede il taglio, almeno per questo serve a qualcosa.

Daje, uno a zero dopo 5 minuti, oggi botti a colori. 
Che ancora sto un po' assonnata nonostante lo zompo inaspettato.

E allora siamo lì, aspettiamo inserimenti, discese sulla fascia, uno-due, triangoli, dribbling, corse sfrenate alla Forrest Gump. 
Daje che aspettiamo. 
Daje che stiamo tutti pronti e fomentati. 
Daje che oggi ci divertiamo.
Ma daje che daje che daje....ci deve essere un problema perchè qui la palpebra più che sollevarsi continua ad abbassarsi, il gomito sul bracciolo dà segni di cedimento, posticipo anche il borghetti perchè altrimenti la cecagna è assicurata.

Niente. 
Nè gioco, nè emozioni, pure Osvaldo dorme allegramente in mezzo all'area, ora non potrò fare due minuti di pennica aggiuntiva anch'io? 

Anche la strategia principe della giornata "Totti tira sul portiere che tanto respinge corto" pare avere qualche lacuna perchè se lui tira e poi non c'è nessuno a raccoglierla ci dev'esser stato un problema di comunicazione a monte. 
Che poi a Trigoria, mi dico, devono aver montato le porte da rugby, altrimenti non mi spiego come si possa nel prosieguo, con così certosina precisione, mancare lo specchio ad ogni tiro.

Il primo tempo si chiude così, tra occasioni buttate e schemi mancati, le chiacchiere tra primo e secondo tempo sono l'unica cosa che mi trattiene dal ritornare per qualche minuto alla pennica mai del tutto interrotta. Ma siamo fiduciosi, nel secondo tempo cambierà tutto. Prendiamoci anche questo borghetti che l'ottimismo è il sale della vita.

Si ricomincia, daje, daje, daje.

Daje de tacco, daje de punta, daje di qualcosa ma ti prego, gioca un po' a pallone. Ma oggi sembra come chiedere al PD di dire qualcosa di sinistra, sarà una sorta di connessione cosmica con le primarie in corso ma d'improvviso il duello Bersani-Renzi sembra più interessante di quello tra Balzano e Balzaretti.

Che poi, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, è anche vero che il 2-0 chiama il 3-2. 
Forse è meglio che non ci proviamo. 

Però a dirla tutta è anche il Pescara che non ci prova e quando ci prova non è che gli riesce proprio bene. Ma con la Roma non è detto mai, qui ci sono almeno 8 giocatori che non hanno mai segnato in serie A, l'occasione fa l'uomo ladro e noi con i furti di gol di sconosciuti potremmo compilare una trilogia degna del Signore degli Anelli.

E infatti il brivido al 70mo scorre gelido sulla schiena. Weiss si invola, più solo di Tabacci al suo seggio, verso la nostra porta. Ma, sarà il nome che porta, non solo la fermentazione è alta ma pure il tiro. Ma non è che si incontrino sempre ste pinte, c'è da farsi qualche domanda se lasciamo gli stessi spazi a qualcuno con i piedi un'inticchia più buoni. Ma possiamo pure porcela domani. Adesso tocca tenere botta che non si è mai visto che reggiamo 85 minuti con un esiguo vantaggio.

Infatti i minuti corrono, e adesso ci svegliamo: non per il gioco, sia mai, ma perchè più si avvicina il 90mo e più si avvicina il momento della rimonta, è matematico. 
E poi, continuiamo a ripetere tutti, Zeman non vince mai 1 a 0.
Non ha mai nemmeno messo due centrocampisti per due attaccanti a voler esser onesti ma non illudiamoci.
Anche l'entrata di Caprari, ennesima giovane promessa da marinaio del nostro vivaio, lascia presagire il danno e la beffa. Romano e romanista, non vede l'ora di aggiungersi alla lunga lista di romani e romanisti che tirano fuori il veleno quando incontrano la Roma e i romanisti.

E invece triplice fischio, pure sto giro senza aver preso gol, vinciamo uno a zero.  
A memoria non ricordo quando sia successo l'ultima volta. 
Forse c'era Capello. Forse Ottavio Bianchi. 
Va be', è roba da amarcord. 

Non è Zemanlandia, non è Roma-champagne ma sono 3 punti. Che non mi fanno schifo.
Che, a memoria di tifoso, c'è sempre quel momento in cui avremmo detto "Eh, se non avessimo buttato quei 3 punti a Pescara". 

E invece mettiamoli a bilancio, che 23 è maggiore di 20.


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